Oggi: Progetto Zero

“Guardate lo zero e non vedrete niente, guardate attraverso lo zero e vedrete il mondo”
Robert Kaplan

“un luogo che per me ha un fascino particolare, un luogo dove si respira un silenzio assoluto: l’espressione massima della natura, lontano da tutto e da tutti dove solo la natura, in solitaria, dice la sua”

Fiorentino Sandri

Grumes, il punto Zero

Grumes. Fine della Val di Cembra. 900 m. Piena montagna. Fresca ventilazione mattutina dalla Marmolada. Mite ventilazione pomeridiana dal Lago di Garda.

Passione e conoscenza

Da terreni abbandonati negli anni 50/60 è nato il Progetto Zero. Progetto dove barbatelle di viti interspecifiche ne sono le protagoniste.

Barbatelle nate a Freiburg (Germania) per incrocio (impollinazione) tra Vitis Silvestre (Labrusca – Amurensis) e Vitis Vinifera (Europea). Il carattere distintivo di queste varietà è la notevole resistenza alle malattie fungine: peronospora e oidio portata dal sangue “silvestre” e la piacevolezza olfattiva, gustativa dovuta alla prevalenza delle varietà Europee all’interno dell’incrocio.

“Zero Infinito.

Un prodotto fragrante, dissetante, leggermente aromatico e di una grande bevibilità. Leggermente frizzante e col fondo”

Mario Pojer

La natura restituisce un vino naturale e unico

Decantato in caraffa per chi lo preferisce limpido o addirittura “agitato prima dell’uso” per chi ama la versione rustica contadina.

Nel primo caso il deposito che rimane in bottiglia è l’ideale per un risotto “col fondo” estremamente naturale. Acidi organici, lieviti ma soprattutto il cremor tartaro (il sale del vino) portano al piatto sapidità senza usare il sale da cucina.

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