Tra Passione e Innovazione

Un viaggio in chiave di Pojer e Sandri

I viaggi di studio

Visite in cantine e vigneti in tutte le regioni viticole, prendendo da ognuno soluzioni tecniche o idee per i nuovi prodotti interpretandole e ottimizzandole in chiave assolutamente trentina.

1978: Metodo Classico e Cuvée

Nel 1978 parte il tentativo di produrre il primo metodo classico dal perlage raffinato. Dopo alcuni anni debutta sul mercato la prima Cuvée 83-84, inizialmente vinificata in inox e oggi totalmente fermentata in legno.

1979: primi con lo Chardonnay

“Avevamo sete di innovazione e fummo fra i primi a livello nazionale a commercializzare lo Chardonnay (1979) fino ad allora praticamente sconosciuto. A livello regionale, invece siamo stati fra i primi a stupire con la produzione di Sauvignon blanc.”

Mario Pojer

Anni 80: i due “Faye”

In principio degli anni ’80 fanno la loro prima apparizione in azienda le barriques francesi (novità assoluta per il Trentino) dando vita alle prime cuvée, ecco quindi i due Faye: Bianco e Rosso e i 2 Besler: Biank e Ross.

1985: una rivoluzione: “Essenzia”

Più tardi arriverà l’Essenzia, un vino dolce fatto per la prima volta nel 1985 e che ha rivoluzionato il panorama dei vini dolci in Italia. Uno stile nordico legato all’alta acidità, basso alcool 9°-10° e fragranza assoluta.

2002: Vinificazione in riduzione e pressa con recupero d’azoto

La battaglia contro l’ossidazione è importante perchè conserva la tipicità, preserva gli aromi e anche gli antiossidanti naturali dell’uva, consentendo poi una riduzione drastica dell’uso di antiossidanti come la solforosa e l’acido ascorbico. Nasce così il brevetto internazionale BUCHER INERTYS.

2004: nasce “Merlino”

Siamo nel  2004 quando nasce Merlino. Un prodotto che, quasi per magia, unisce le due realtà: la Cantina e la Distilleria. Un mosto di Lagrein parzialmente fermentato “fortificato” da DIVINO, il Brandy aziendale invecchiato per oltre 14 anni. Prodotto per la prima volta nel 1986 esso è stato il primo Brandy italiano dove l’intera filiera veniva coperta direttamente da un’unica “mano”. Dalla Vigna al Bicchiere.

2007: la spa dell’uva

“il lavaggio abbassa la carica di lieviti spontanei, ma quelli che restano sulla buccia in un mosto senza più contaminanti chimici si moltiplicano molto più in fretta e le fermentazioni sono mediamente più veloci rispetto a quelle che si hanno con i mosti da uve non lavate”.

Mario Pojer

Da sempre una distilleria unica

Fin dall’inizio alla cantina si è sempre affiancata la distilleria, tra le prime in Trentino a produrre grappe monovitigno per poi allargare il raggio anche ad altri distillati di frutta di provenienza regionale. Anche in questo caso il principio cardine è la purezza. Un distillato che rispecchi integralmente l’origine deve tenere in grande considerazione il rispetto della materia prima e della nota autoctona caratteristica. L’unico “ingrediente” esterno aggiunto è infatti l’acqua, utilizzata per abbassare il grado alcolico in post-distillazione (prossimo ai 70°-75°).

Collaborazioni

Ogni nuovo processo e ogni sperimentazione nascono sempre con l’appoggio delle collaborazioni scientifiche con gli Istituti di Ricerca, prevalentemente con la Fondazione Edmund Mach che ha sede a pochi chilometri dall’azienda. “Per fare sperimentazione è necessario un supporto scientifico serio, chiacchiere se ne sentono già troppe, ma per poter affermare di avere trovato e sperimentato tecniche e soluzioni nuovo è meglio essere sicuri di quello che si dice e solo la scienza può dare questa sicurezza”.

Mario Pojer

2013: Zero Infinito

Nasce un progetto a “Zero trattamenti in campagna, Zero solforosa, Zero lieviti commerciali liofilizzati, Zero chiarificanti, Zero filtrazioni, Zero antiossidanti”. Scopri lo Zero Infinito.

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